L'ARTE DI ESSERE - 2003
Danzare nel Vento
Kemò-vad, la meditazione dinamica dell’antico druidismo europeo
Quando pensiamo a un percorso spirituale, rievochiamo in noi l’immagine di monasteri tibetani, monaci nel silenzio, discipline orientali. Allo stesso modo, se ci proponiamo di intraprendere una via realizzativa che comprenda anche una postura dinamica, associamo questo pensiero a pratiche che derivano da tradizioni lontane da noi nel tempo e nello spazio. Eppure anche nei nostri territori europei abbiamo antiche tradizioni che non hanno nulla da invidiare ad arcaiche culture di altri continenti. Addirittura c’è chi sostiene che la tradizione spirituale che esisteva in Europa millenni orsono abbia influenzato culture di altre parti del mondo. I druidi, sacerdoti dei Celti, hanno portato per tutti i Paesi d’Europa la loro tradizione spirituale, sopravvivendo ai secoli bui delle repressioni politiche e religiose. È grazie a essi se oggi possiamo ancora usufruire del loro bagaglio spirituale e della loro disciplina monastico-guerriera. Stiamo parlando della Kemò-vad, una forma di meditazione dinamica che veniva praticata migliaia di anni orsono dall’antico druidismo europeo, il cui nome significa danzare nel vento, vivere nel ritmo del divenire cosmico. La Kemò-vad, definita anche l’arte del gesto, è una tecnica che riassume in sé elementi di meditazione dinamica, ginnastica olistica e danza sacra di popoli naturali. Rappresenta una via di mezzo tra l’arte ginnica e l’arte marziale dolce, dove l’avversario non è inteso come altro individuo, ma come la possibilità di interazione con l’esistenza. Attraverso la Kemò-vad si può attivare e indirizzare la Korà – energia vitale ed evolutiva interiore – verso la realizzazione della propria coscienza cosmica. Danzare nel vento per divenire aria nell’aria, per realizzare la dimensione alchemica della trasformazione spirituale del proprio essere interiore. Nel vento incontriamo il silenzio con cui si mostra la vera natura dell’esistenza. Un silenzio che ci fa dimenticare le problematiche del momento e ci conduce, come fanciulli, alla soglia del mistero che anima l’Universo.
L’ordine monastico-guerriero dello Za-Basta
La Kemò-vad ha origine dall’antica tradizione celtica ed è stata tramandata fino ai giorni nostri dalle comunità druidiche del nord Europa. Utilizzata in seno alla disciplina di arti marziali dell’ordine monastico-guerriero dello Za-basta, costituiva l’apprendimento individuale dell’arte del combattimento e la preparazione interiore all’esperienza mistica della conoscenza dello Shan, il nome con cui gli antichi druidi definivano la Natura nel suo aspetto immateriale. Un’esperienza che permetteva di realizzare il Potere interiore.
Dalla Bretagna alla Valle di Susa
Questa disciplina è oggi divulgata da Giancarlo Barbadoro, fondatore della Scuola di Kemò-vad “Sole Nero”. Nel corso degli incontri con la comunità druidica di Paimpont, in Bretagna, Barbadoro ha appreso il legame con l’antica tradizione celtica e con i suoi insegnamenti filosofici. Da questi incontri è maturata l’intenzione di divulgare la disciplina della Kemò-vad la cui intenzione è quella di far conoscere l’antica cultura dei Celti, promuovere un metodo naturale che permetta di risvegliare l’energia interiore e intraprendere un percorso alla riscoperta di sé. Le origini di questa disciplina affondano nel mito, in particolare in quello di Fetonte che storicizza quello del Graal in precisi eventi avvenuti – secondo la leggenda – nella Valle di Susa, in Piemonte. Secondo tali scritti, Fetonte rappresenterebbe il ricordo di un evento accaduto in epoche arcaiche: racconta la discesa sulla Terra di un dio (o di una consorteria di dèi) che avrebbe portato la sua arte agli uomini dei tempi antichi, insegnando loro le varie scienze, dall’agricoltura alla matematica, alla scrittura, alla medicina, all’astronomia e all’arte alchemica. E soprattutto insegnò la Kemò-vad, la disciplina interiore conosciuta ancora ai giorni nostri.
I principi filosofici
Il significato esperienziale e filosofico della Kemò-vad ha origine da un preciso postulato nato sull’esperienza della meditazione. Secondo l’antico druidismo, esiste una realtà unica e invisibile che rappresenta la vera natura dell’esistenza. È la realtà del Vuoto, lo Shan, da cui tutto ha origine e in cui tutto viene ricondotto come il vero senso delle cose. Questa realtà domina anche la dimensione del visibile quotidiano. Tuttavia, ordinariamente, non la viviamo poiché contrapponiamo la nostra soggettività egocentrica alla logica del reale. Questo produce sofferenza e disarmonia. La Kemò-vad suggerisce invece la possibilità di vivere il senso della natura armonica del Vuoto. Kemò-vad, infatti, è l’armonico danzare nel vento del divenire cosmico, il vento divino del trascendente che rappresenta il fluire naturale delle cose; vissuto attraverso il senso intimo del Vuoto. Tutto ciò significa vivere nella logica trascendente dello Shan. Un’esperienza che si traduce sia in un benessere psicofisico che nella conoscenza di sé attraverso il potenziamento del proprio io interiore. È il concetto di ecospiritualità, un’esperienza di armonia e di bien-etre che si estende alla Natura e a tutto quanto ci circonda. La Kemò-vad è, sostanzialmente, meditazione dinamica. La meditazione, infatti, non è solo un’esperienza da condursi in postura, ma è anche un atto creativo attraverso il quale partecipare in maniera consapevole alla natura reale dell’esistenza. Ma come trasportare l’esperienza interiore della meditazione nelle vicende quotidiane di ogni giorno? I ritmi e le azioni del vissuto quotidiano ci costringono spesso a sottostare a comportamenti e a esigenze che ben poco hanno a che fare con una ricchezza spirituale interiore. Come trovare i giusti parametri per mantenere la serenità e l’armonia al fine di godere appieno della nostra esperienza di vita? Queste risposte le troviamo nel silenzio interiore. E in questo ci viene in aiuto la disciplina della Kemò-vad che in breve tempo, attraverso una semplicissima tecnica, ci permette di ritrovare noi stessi e la nostra serenità. Nella cultura dell’antico druidismo l’esperienza della meditazione dinamica è un atto individuale che attiva la propria energia interiore e favorisce una interazione armonica con l’ambiente. Per fare un esempio: se il Kaui, ovvero il praticante di Kemò-vad, realizza un’armonia di movimento basata sull’applicazione dei due concetti di vuoto e pieno e ne diviene consapevole nel controllo applicato alle sue membra, potrà applicare lo stesso principio operativo alle azioni che lo guidano nel rapporto con gli altri. Anche al di fuori della pratica ginnica si troverà così ad attuare i principi universali che agiscono nel cosmo e che ha sperimentato nella sua palestra interiore. Per vivere la completezza dell’esperienza della Kemò-vad occorre interpretarne il senso anche nel quotidiano, riferendosi al principio del Kemò-tai: abbandonarsi coscientemente al vento divino per godere delle situazioni utili al proprio divenire, nella consapevolezza che tutto è in continua mutazione.
Come praticare la Kemò-vad?
La Scuola di Kemò-vad “Sole Nero” promuove periodicamente corsi promozionali di Kemò-vad attraverso cui apprendere gli elementi di base utili per poterla praticare autonomamente. Successivamente la pratica della Kemò-vad può proseguire nell’attività di Palestra. Qui si sviluppano le potenzialità dell’esperienza della Kemò-vad non solo come strumento di benessere psicofisico, ma anche nella spiritualità che esprime. Nella Palestra si affrontano parallelamente anche quegli elementi culturali che fanno parte della dimensione tradizionale della Kemò-vad, come la danza sacra, il potere delle gemme, la musica sciamanica, le arti terapeutiche e altre scienze di Madre Terra.
Rosalba Nattero
|